Serata di racconti, canzoni e risate
con Fabiano Marti e Antonello Vannucci
Avete mai fatto caso a quante parole presenti nel vocabolario italiano possano assumere, a seconda dei casi, un doppio significato? Avete poi provato ad utilizzarli entrambi nella medesima frase dando alla stessa parola prima un significato e poi l’altro? Fabiano Marti lo ha fatto, ed il risultato è a dir poco “strambo”.
Lo stile comico di Fabiano Marti, infatti, basato sullo studio approfondito della lingua italiana, permette allo stesso autore ed interprete di presentarsi al pubblico senza fronzoli, senza sovrastrutture, senza supporto alcuno. Un monologo, o meglio ancora un colloquio informale, in cui le parole s’inseguono in una irrefrenabile spirale di comicità e di “non sense”, contribuendo alla creazione di uno stile tutto particolare che è proprio del suo autore.
Se a questo aggiungete un pazzo che, accompagnato dalla sua chitarra, rivisita in barese canzoni inglese ed americane famose, riducendole a delle vere e proprie bombe comiche, otterrete un risultato totalmente inatteso…e le risate saranno assicurate.
“Parole..note” è un “two men show” nella realtà, ma, nella finzione scenica, sul palco si avvicendano un gran numero di persone-personaggi, tutti con le loro storie e con le loro vicissitudini, sempre tratte da quella quotidianità che rappresenta per Fabiano Marti ed Antonello Vannucci la vera fonte d’ispirazione, poiché proprio dalla vita di tutti giorni e dal linguaggio che utilizziamo quasi inconsapevolmente scaturiscono quegli innumerevoli sensi e controsensi della nostra vita e della nostra esistenza in grado di rendere divertente ogni attimo. La comicità, l’umorismo ed il prendersi in giro diventano così una forza insostituibile ed inesauribile per combattere quel filo di tristezza che spesso ci attorciglia e che troppe volte crediamo inestricabile, mentre Fabiano Marti ed Antonello Vannucci riescono con naturalezza e simpatia a farci dimenticare, almeno per un po’, il senso della vita ed a ricordarci che, in fondo a tutto, c’è sempre il non senso a salvarci dalla vita stessa.