“ONDINA, LA SIRENA BAMBINA” al Teatro Abeliano

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ondina la sirena bambina teatro abeliano

Ultimo appuntamento domenicale a Teatro con Mamma e Papà ONDINA, LA SIRENA BAMBINA con Ilaria Cangialosi e Angela Iurilli, Animalenta
Ondina è una sirena bambina che sogna il mondo in superficie e abbandonerà il suo mare, i suoi affetti, la sua pinna pur di vivere la sua vita fuor d’acqua.

Uno spettacolo sulla ricerca della propria identità in un momento tanto delicato come la pre/adolescenza.

domenica 14 aprile h 17.00 e 18.45 (6-11 anni)
biglietto: adulti 10 euro – bambini e nonni 8 euro
info e prenotazioni 0805427678


FARFALLE di Ilaria Cangialosi al Teatro Abeliano

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farfalle ilaria cangialosi teatro abeliano

Nuovo appuntamento della rassegna To The Theatre venerdì 12 e sabato 13 aprile alle 21.00 al Teatro Abeliano con

FARFALLE
Con Sara Bevilacqua, Arianna Gambaccini, Angela Iurilli, Ilaria Cangialosi
scritto e diretto da Ilaria Cangialosi
aiuto regia Giulia Fanelli
disegno luci Vincent Longuemare
produzione Animalenta

FARFALLE racconta la storia delle sorelle Mirabal: Minerva, Mati, Patria e Dedè, quattro donne nate a Ojo de Agua (Salcedo), nella Repubblica Dominicana, che lottarono contro il severo regime del generale Rafael Leónidas Trujillio (1923-1960). Il regime durò più trent’anni, furono uccisi circa 30.000 Haitiani, a causa di una politica xenofoba. Le sorelle Mirabal crebbero con un senso di rivendicazione e giustizia, lottarono per la libertà di ogni individuo e per l’emancipazione femminile, fondarono e divennero l’anima del movimento 14 giugno, movimento nato per combattere il regime, la loro parola d’ordine era Mariposas: “Farfalle”. Le farfalle si moltiplicarono velocemente. Grazie al loro coraggio e alla loro perseveranza il regime cadde.
A Dedè il compito di raccontare(1925-2014)
ll 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiara, in loro memoria, il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Note di regia
Vogliamo raccontare, di come le farfalle si liberano dal bozzolo, lasciando mille chiazze rosse sulle case abbandonate, lasciando il segno. Vogliamo entrare nella loro casa, mentre studiano, si laureano, si sposano, diventano madri, senza mai smettere di lottare, di fare sogni di Libertà, di Giustizia, di Cambiamento, di Coraggio.

“Uno spettacolo sulla perseveranza e tenacia che riesce ad andare oltre il luogo comune con uno spettacolo condotto totalmente da donne” Nicola Del Nero, Paper Street

“Uno spettacolo ben congegnato che narra in modo poetico la storia delle sorelle Mirabal ” Mario Bianchi , Eolo

“Un lavoro ben pensato e ancor meglio messo in scena” Italo Interesse, Quotidiano

“E’ una straordinaria storia. Una regia accorta. Farfalle è uno spettacolo sulla speranza, il coraggio e la determinazione” Visitilli, Repubblica

“Una tecnica di recitazione raffinata che riesce a toccare il cuore delle persone” Rossella Apruzzi, Brindisium

Biglietti rassegna To The Theatre:
intero 15 euro
ridotto* 12 euro

online su www.vivaticket.it

*ridotto: per studenti under 26, over 65, soci Coop+1 accompagnatore, possessori di Carta Più Feltrinelli, abbonati alla stagione del Teatro Comunale di Bari, abbonati alla stagione della Fondazione Petruzzelli, Cral e associazioni convenzionate.

Info:
Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
☏ 080 542 76 78
✎ botteghino@teatroabeliano.com
www.teatridibari.it


Al Teatro Abeliano, “IL PRINCIPINO – breve cronaca familiare da un trivani vista ciminiere”

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IL PRINCIPINO breve cronaca familiare da un trivani vista ciminiere

Teatri di Bari – Gruppo Abeliano – progetto Senza Piume
Vito Signorile
IL PRINCIPINO – breve cronaca familiare da un trivani vista ciminiere
con Vito Signorile, Anna de Giorgio, Danilo Giuva
drammaturgia e regia DAMIANO FRANCESCO NIRCHIO

Giugno, millenovecentottantuno. Un modesto appartamento nella periferia-dormitorio di una grande città del Sud. Forse Bari. Fuori dalle finestre, prima ancora del mare e del bianco campanile di una Basilica, c’è la Cementifera Fibronit. Appare un piccolo principe, ormai uomo, che impara a fare i conti con i buchi neri del passato e i limiti e i pregiudizi generazionali. La stanza è immersa nei riverberi grigi della televisione, il silenzio è attraversato dalle pubblicità della tivù fino all’interruzione dei programmi per il TG1. Un bambino è caduto in un pozzo vicino Frascati. Si chiama Alfredino. Quello stesso giorno ricompare sulla porta un giovane uomo. È suo figlio. I due non si vedono da tanto. Tra loro, da anni, c’è il deserto: sabbia ovunque, sabbia di amianto e cemento, sulle parole, sui corpi, sui ricordi e sui nodi mai sciolti. Un estremo gesto d’amore padre/figlio. Una fiaba drammatica e moderna per gli adulti del nostro tempo.


(QUALE) INFERNO _ RELOADED al Teatro Abeliano

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QUALE INFERNO RELOADED al Teatro Abeliano

Nuovo appuntamento della rassegna Abeliano Events, giovedì 21 marzo alle 21.00 con

(QUALE) INFERNO _ RELOADED
di Marica Mastromarino
con Marica Mastromarino e Emil Cottino
adattamento Marica Mastromarino
musiche Majorettesless _ E. Cottino/ E. dalla Barba
regia tecnica Eros Dalla Barba
scene Emil Cottino
supervisione Giovanni Sommazzi
compagnia Micronectascholtzi

Come un giro sulle montagne russe scendiamo in picchiata verso l’inferno incontrando i personaggi danteschi più pregni ma anche più “generosi” nel raccontare e raccontarsi. Un viaggio senza cinture di sicurezza.
Un gioco di creazione, partendo dagli endecasillabi originali.
Un viaggio umano verso la ‘canoscenza’…
Un viaggio verso le stelle…
Il progetto nasce nel 2015, da un’improvvisazione nella cripta di LUMe a Milano, tra Nicola Savi Ferrari, chitarrista e cantante, e Marica Mastromarino, attrice, che con la supervisione del regista Benedetto Sicca realizzeranno la prima versione di (Quale) Inferno. Il progetto si evolve con una diversa formazione nel 2018, spinti dalla voglia di uno ancora più approfondito studio sul suono: insieme alla Mastromarino ora vediamo Emil Cottino, cantante, compositore, musicista, performer e Eros Dalla Barba sound designer, compositore, beat maker e tecnico audio/luci.
Il viaggio di (Quale) Inferno attraversa i canti I, V, XIII, XV, XXVI, XXXIII, XXXIV (citando anche terzine dal III, XVIII, IXX, XXI). Tra le molte anime presenti, sono protagonisti Paolo e Francesca, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, Ulisse, Conte Ugolino.
Tre “voci” creano la drammaturgia: la Parola, il Canto, il Suono.
La voce narrante si fa personaggio, così come Dante vive e racconta, racconta e vive.
Il racconto diventa un canto quando la parola umana non basta più.
Infine il Suono completa, amalgama, proietta immagini, accompagna, per mano, in questo altro mondo, in questo altro Inferno.
Quale Inferno?

Aggirando in punta di piedi i passaggi prettamente politici e storici, (Quale) Inferno _ reloaded si concentra piuttosto sull’elemento umano, scivolando nella fenditura che squarcia il suolo tra noi e i dannati.
Il lavoro sul testo, giocando con la parola e con il suono, vuole allora allontanarsi dagli intellettualismi forzati, per mettere in risalto l’eco emotivo e fisico dei versi danteschi e ritrovare la tridimensionalità perduta dei personaggi incontrati. Un lavoro di partiturizzazione e “bruitage” del testo trecentesco, per immergergerlo in atmosfere sensibili che rendano tangibile al pubblico un mondo che esiste e vive soltanto nella distanza tra la
parola scritta e quella parlata.

Biglietti rassegna ABELIANO EVENTS:
intero 15 euro
ridotto* 12 euro

online su www.vivaticket.it

*ridotto: per studenti under 26, over 65, soci Coop+1 accompagnatore, possessori di Carta Più Feltrinelli, abbonati alla stagione del Teatro Comunale di Bari, abbonati alla stagione della Fondazione Petruzzelli, Cral e associazioni convenzionate.

Info:
Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
☏ 080 542 76 78
✎ botteghino@teatroabeliano.com
www.teatridibari.it


“LA REGINA DELLE NEVI” al Teatro Abeliano

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la regina delle nevi teatro abeliano

Nuovo appuntamento domenicale a Teatro con Mamma e Papà LA REGINA DELLE NEVI con Giuseppe Ciciriello e Deianira Dragone e con Piero Santoro, per la regia di Enrico Messina.

C’è una bambina che ha trascorso molte sere della sua infanzia a leggere e ascoltare La Regina delle Nevi. Non c’era solo Gerda, in quella storia, in cui lei potesse ritrovarsi. C’erano anche gli ostacoli che la sua piccola vita si sarebbe presto trovata ad affrontare: assenze, lontananze, partenze, ritorni, viaggi, distanze. Un telefono che suona e dall’altra parte un pianto. Per questo, per lei abbiamo scelto di raccontare questa favola.

Domenica 17 marzo h 17.00 e 18.45 da 7 anni
Nuovo Teatro Abeliano, via Padre Kolbe 3, Bari
Biglietti: adulti 10 euro – bambini e nonni 8 euro
Info e prenotazioni 0805427678


“SWORKERS” al Teatro Abeliano uno spettacolo sul mercato del sesso

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sworkers teatro abeliano

Nuovo appuntamento della rassegna di Teatro contemporaneo al Teatro Abeliano, To The Theatre, venerdì 15 e sabato 16 marzo alle 21.00 con

SWORKERS
associazione Acasa
ideazione e drammaturgia Valeria Simone Monti
di Valeria Simone, Marianna De Pinto, Maristella Tanzi, Marco Grossi, Rossella Giugliano
con Marianna De Pinto, Rossella Giugliano, Marco Grossi, Erika Lavermicocca, Marialuisa Van Der Longo, Maristella Tanzi, Manuela Vista

costumi e oggetti di scena Porziana Catalano
visual design Maria Grazia Morea
disegno luci Michelangelo Volpe
comunicazione, ufficio stampa e organizzazione Maris Ursi
con il sostegno del Comune di Bari, in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese

Uno spettacolo sul mercato del sesso, così come è organizzato oggi nelle città europee, specialmente in un momento che vede enormi ondate migratorie e in cui la crisi economica rende fragile le relazioni affettive. L’immagine tradizionale della prostituta, così come è diffusa nell’immaginario collettivo, proveniente da una bassa classe sociale, da un contesto povero e di degrado, che non ha altra scelta per sopravvivere e che è considerata una outsider e pertanto emarginata, è lontana dalla realtà del contemporaneo. Oggi molte escort, prostitute e attrici di film porno provengono da classi medio-alte, non sempre hanno bisogno di soldi, spesso hanno già un lavoro o comunque un alto livello di istruzione. Certo, a questo nuovo standard si affiancano invece molte donne immigrate che invece non hanno altra scelta, o per cui la prostituzione rappresenta il modo più veloce per ripagare i debiti contratti per arrivare in Europa. Insomma un fenomeno dai molti volti che, in qualche modo, sta mutando l’idea del sessualità e l’equilibrio delle relazioni all’interno della coppia e del nucleo familiare. Inoltre, mentre prima le sex workers utilizzavano le strade o appartamenti privati per incontrare I clienti, oggi utilizzano, invece, le nuove tecnologie: telefoni, internet, web sites, e i luoghi di incontro sono spesso gli hotels.

Biglietti rassegna To The Theatre:
intero 15 euro
ridotto* 12 euro

online su www.vivaticket.it

*ridotto: per studenti under 26, over 65, soci Coop+1 accompagnatore, possessori di Carta Più Feltrinelli, abbonati alla stagione del Teatro Comunale di Bari, abbonati alla stagione della Fondazione Petruzzelli, Cral e associazioni convenzionate.

Info:
Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
☏ 080 542 76 78
✎ botteghino@teatroabeliano.com
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AMLETO TAKE AWAY di Berardi e Casolari al Teatro Abeliano

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amleto take away replica bari

Dopo il primo sold out del 18 gennaio scorso, torna al Teatro Abeliano Gianfranco Berardi insignito del Premio Ubu 2018 come miglior attore, insieme a Gabriella Casolari, mercoledì 13 marzo alle 21.00 con

AMLETO TAKE AWAY
uno spettacolo di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
musiche di Davide Berardi e Bruno Galeone
luci Luca Diani

Produzione Compagnia Berardi Casolari / Teatro Dell’Elfo Puccini
con il sostegno di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival di Armunia Castiglioncello, Comune di Rimini-Teatro Novelli.
Si ringraziano César Brie, Eugenio Vaccaro, Il Teatro del segno di Cagliari, Sementerie artistiche di Crevalcore (BO)

Amleto take away è un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo che, da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro ‘contro temporaneo’. Punto di partenza sono, ancora una volta, le parole, diventate simbolo più che significato, etichette più che spiegazioni, in un mondo dove «tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva».

È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa. «Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili…».

In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’Amleto di Shakespeare.
Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è risultato, passo dopo passo, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto take away procede anche lui alla rovescia: è un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. È consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla virtualità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.
«To be o FB, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro sè e accettarsi per quello che si è, isolandosi da comunity virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all’app di photoshop?
Dimostrare ad ogni costo di essere felici mettendo dei ‘mi piaci’ sui profili degli amici.
Pubblicare dei tramonti un bel piatto di spaghetti o gli effetti della pioggia tropicale, sempre tesi anche al mare con un cocktail farsi un selfie perché il mondo sappia, dove sono, con chi sono, e come sto. Apparire, apparire, apparire, bello, figo, number one e sentirsi finalmente invidiato.
To be or fb, this is the question».
Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

«Questo nuovo Amleto take away prosegue sui due filoni cari alla coppia pugliese-emiliana: il discorso del teatro sul teatro (cita irriverente i maestri Cesar Brie, Danio Manfredini e Pippo Delbono) e quello, chiamiamolo, “familiare”. Perché sta tutto lì, da dove si viene e dove si vuole andare, il guscio e la ricerca delle ali. E lo fanno con coraggio e grande autoironia, con stoccate e indietreggiamenti, con rincorse e scudisciate. Sembrano Zampanò e la Masina, l’uno debordante, l’altra saggia.
Se Berardi in questo nuovo lavoro è il front man, la Casolari è, più che il servo di scena che movimenta luci e oggetti, il regista kantoriano che aziona i dispositivi, dà le pause, direziona sguardi e parentesi, suggerisce con piccoli tocchi. Il duo collima, il duetto funziona, amalgamato dagli anni, ben impastato. Nelle loro parole c’è una densa ferocia tenera e una candida delicatezza crudele, Berardi, tarantolato, fisico e muscolare, carnale e tattile, distruttivo e passionale, ti sbatte in faccia le cose, senza pentimenti, senza false ipocrisie, senza tanti giri di parole, va dritto al punto, al sodo, al cuore, colpisce al fegato, senza pietà».
Tommaso Chimenti, recensito.net

Biglietti rassegna To The Theatre:
intero 15 euro
ridotto* 12 euro

>>>Acquista Biglietti

*ridotto: per studenti under 26, over 65, soci Coop+1 accompagnatore, possessori di Carta Più Feltrinelli, abbonati alla stagione del Teatro Comunale di Bari, abbonati alla stagione della Fondazione Petruzzelli, Cral e associazioni convenzionate.

Info:
Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
☏ 080 542 76 78
✎ botteghino@teatroabeliano.com
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SENZA PIUME di Damiano Francesco Nirchio al Teatro Abeliano

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SENZA PIUME di Damiano Francesco Nirchio al Teatro Abeliano

Domenica 10 marzo alle 18.00 va in scena per il Progetto Periferie al Teatro Abeliano, uno spettacolo per tutta la famiglia!

SENZA PIUME

produzione SENZA PIUME Teatro e Ass. Cult. Casarmonica
regia Damiano Francesco Nirchio
direzione musicale e musiche originali eseguite dal vivo Mirko Lodedo
con Anna Maria de Giorgio, Mirko Lodedo, Damiano Francesco Nirchio, Tea Primiterra

EOLO AWARDS 2010 MIGLIORE NOVITA’ DELL’ANNO

INGRESSO UNICO – 5 €
BIGLIETTO SPECIALE – 3 € per i residenti del quartiere Japigia e delle altre periferie

LA STORIA – “Senza Piume” è ambientato nella bottega di un rigattiere inventore che con il suo aiutante pasticcione si diverte a capovolgere il mondo. Insieme formano una coppia clownesca che diventa il motore dell’azione scenica: come nel cinema muto, lo spettacolo scorre senza parole guidato dal pianoforte suonato dal vivo e da macchine sceniche che muovono illustrazioni e didascalie. Assistiamo così alle avventure di un prode Cavaliere e del suo aiutante in viaggio per il mondo a riparare offese e magari conquistare la dama del cuore. Chiaramente ispirato al Don Chisciotte di Cervantes “Senza piume” è un inno alla fantasia contro le regole feree e spesso disumane della realtà. Al di là del racconto l’aspetto straordinario dello spettacolo che più affascina sono i modi del racconto che rimandano a forme ormai in disuso , la pantomima,il cinema di Max Linder e Larry Semon per altro in perfetta sintonia con i significati dello spettacolo. “Senza piume” è anche una tappa ulteriore di un percorso che da anni Damiano Nirchio sta conducendo con i malati psichici e che fa del Cavaliere protagonista um “matto” alla ricerca della sua identità in un mondo più “matto” di lui.

Il PROGETTO PERIFERIE dunque nasce dalla esigenza di portare a Teatro il pubblico dei quartieri più popolari di Bari. Partendo dagli spettacoli con tematiche semplici e tradizionali, passando per spettacoli dedicati alle famiglie e dunque con maggiore attenzione ai bambini e ai ragazzi, per arrivare a una graduale abitudine a spettacoli con tematiche sociali e di interesse diretto di queste comunità.
Nell’ambito di questo progetto sarà rappresentato il 12 e il 17 dicembre anche lo spettacolo La Sciammèrghe del Piccolo Teatro di Bari con protagonista Nietta Tempesta.

INGRESSO UNICO – 5 €
BIGLIETTO SPECIALE – 3 € per i residenti del quartiere Japigia e delle altre periferie

Info:
Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
☏ 080 542 76 78
✎ botteghino@teatroabeliano.com
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IL MISANTROPO con Ippolito Chiarello al Teatro Abeliano

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il misantropo ippolito chiarello

Nuovo appuntamento del cartellone Actor, sabato 2 marzo alle 21.00 e domenica 3 marzo alle 18.00
con
IL MISANTROPO
produzione Factory Compagnia / Accademia Perduta Romagna Teatri

traduzione e adattamento di Francesco Niccolini
regia di Tonio De Nitto
con Ippolito Chiarello | Alceste, amante di Célimène
Angela de Gaetano | Célimène, amante di Alceste
Franco Ferrante | Oronte, amante di Célimène
Sara Bevilacqua | Arsinoè, amica di Célimène
Luca Pastore | Filinto, amico di Alceste
Dario Cadei | Clitrandro, il marchese
Fabio Tinella | Acaste, il marchese
Ilaria Carlucci | Eliante, cugina di Célimène

assistente alla regia Daniele Guarini
scene Porziana Catalano e Iole Cilento
costruzioni Damiano Pastoressa
un ringraziamento speciale a Angelo Linzalata
costumi Lapi Lou
luci Davide Arsenio
musiche originali Paolo Coletta
tecnici di compagnia Davide Arsenio, Marco Oliano
sarte Maria Rosaria Rapanà, Ornella Cassinari
parrucche Elettra Ghioni e Lapi Lou

Dopo le esplorazioni shakespeariane, mi avvicino a Molière e provo a raccontare la società in cui viviamo che stranamente non sembra molto diversa da allora.
Il Misantropo, quanto mai attuale, è un testo che dopo tanta civetteria, convenzioni e barocchismi dorati, arriva stretto come un nodo alla gola: sembra un quadro perfetto del momento che stiamo vivendo, nella disillusione verso un mondo non meritocratico, dove la soluzione è sempre nel compromesso e spesso nella totale evasione dalla legalità, dove la menzogna trova strade più facili e tollerabili della verità. Sentirsi un extraterrestre perché non allineato, uno stupido perché onesto, un reietto perché non interessato al clamore del mondo, un algido, un cinico, un fissato, un inquieto, l’attore di un vecchio teatrino démodé. Alceste non respinge ma è respinto da una società in cui non si riconosce, da un amore incapace di scegliere, da processi in cui è chiamato in ballo senza alcun motivo, non uno contro tutti, ma tutti contro uno. Proseguo con Il Misantropoil mio personale racconto degli ultimi, siano essi bisbetici, anatroccoli o misantropi appunto: lo faccio con la compagnia d’attori con cui in questi anni abbiamo costruito assieme un percorso, con generosità, talento, rigore, utopie, disillusioni.
[Tonio De Nitto]

Biglietti rassegna Actor:
intero 20 euro
ridotto* 18 euro

*ridotto: per studenti under 26, over 65, soci Coop+1 accompagnatore, possessori di Carta Più Feltrinelli, abbonati alla stagione del Teatro Comunale di Bari, abbonati alla stagione della Fondazione Petruzzelli, Cral e associazioni convenzionate.

online su www.vivaticket.it

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Teatro Abeliano | via Padre Massimiliano Kolbe 3, Bari
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IN NOME DEL PADRE di Mario Perrotta al Teatro Abeliano

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in nome del padre mario perrotta

Nuovo appuntamento della rassegna To The Theatre al Teatro Abeliano, il 22 febbraio alle 21.00 con

IN NOME DEL PADRE
uno spettacolo di Mario Perrotta.
Consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati.

regia, scene e luci Mario Perrotta, collaborazione alla regia Paola Roscioli, costumi Sabrina Beretta con Mario Perrotta

Il progetto triennale
In nome del padre, della madre, dei figli 2018 – 2020
Se nel 2007 con Odissea avevo chiuso i conti con l’essere figlio, da quattro anni sono padre, una parola che mette con le spalle al muro e riempie il mio quotidiano di nuove sfide e di preoccupazioni. E ho bisogno, come sempre, di ragionarci a fondo attraverso gli unici strumenti che riconosco miei – la ricerca drammaturgica, la scrittura, la messa in scena, l’interpretazione – per inchiodare al muro i padri sbagliati che potrei essere, che vorrei evitare di essere usando tutta l’ironia e il sarcasmo che posso per esorcizzare queste mie paure. E mi vengono in mente le mie conversazioni con Massimo Recalcati sulla questione, e mi viene in mente che vorrei coinvolgerlo: lo chiamo, gli racconto tutto e Massimo mi dice di sì, che gli piace e che faremo il progetto insieme. E mi viene in mente che un padre si sostanzia nel suo confronto – anche mancato – con la madre e che essi, padre e madre, sono tali solo perché di fronte a loro esistono, inflessibili, i figli. Eccolo qui tutto d’un tratto il prossimo lavoro: prima un solo spettacolo, ma nel tempo di un pomeriggio è già trilogia, è progetto complesso, articolato, così come mi piace e mi serve fare da una decina di anni a questa parte. Partirò dall’oggi, dallo stravolgimento delle figure di “padre – madre – figlio” che il nuovo millennio ha portato con sé, per spogliarli progressivamente del quotidiano e riportarli, nudi, all’essenza delle loro relazioni. Uno sguardo sul presente, il mio presente, per indagare quanto profonda e duratura è la mutazione delle famiglie millennials e quanto di universale, eterno, resta ancora.
Mario Perrotta

Lo spettacolo
Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. A distinguerli gli abiti, il dialetto o l’inflessione, i corpi ora mesti, ora grassi, ora tirati e severi. Tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio, ognuno il suo. Il divano, come il figlio, in scena non c’è. I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura, senza più tratti distintivi se non le labbra rotte, incapaci di altre parole, circondate dal silenzio, l’unica cosa che resta, insieme ai resti del padre.
Mario Perrotta

Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri. La loro rappresentazione patriarcale che li voleva come bussole infallibili nel guidare la vita dei figli o come bastoni pesanti per raddrizzarne la spina dorsale si è esaurito irreversibilmente. Il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa. In questo contesto di decadenza emerge forte una esigenza di nuove rappresentazioni del padre. Trovare una nuova lingua per i padri è una necessità sempre più impellente se si vuole evitare l’indistinzione confusiva tra le generazioni e la morte di ogni discorso educativo o, peggio ancora, il richiamo nostalgico al tempo perduto dell’autoritarismo patriarcale. Il linguaggio dell’arte – e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro – può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine – più vulnerabile ma più umana – di padre della quale i nostri figli – come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse – continuano ad invocarne la presenza.
Massimo Recalcati

Biglietti rassegna To The Theatre:
intero 15 euro
ridotto* 12 euro

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