La Pro Loco di Giovinazzo con il patrocinio del Comune di Giovinazzo, del Comitato Feste Giovinazzo, della Regione Puglia e dell’Unpli Puglia organizza la 51^ edizione del Corteo Storico in onore della nostra protettrice Maria SS. di Corsignano.
Il corteo si terrà sabato 18 agosto 2018 dalle ore 19.00 con partenza dall’Istituto Vittorio Emanuele II e percorrerà le seguenti vie e piazze cittadine:
P.zza Vittorio Emanuele II, Via Cappuccini, Via Sottotenente De Ceglie, III Trav. Daconto, Via Daconto, Via Celentano, P.zza Sant’Agostino, Via Marconi, Via G. Sasso, Via Bitonto, P.zza Vittorio Emanuele II.
L’evento sarà allietato dall’esibizione di musici e sbandieratori Gruppo Sbandieratori Battitori Nzegna e Melphicta nel Passato e si concluderà con un combattimento con spade infuocate.
IL CORTEO STORICO DI GIOVINAZZO
Il Corteo Storico di Giovinazzo è costituito da due parti ambientate in epoche diverse, che rievocano entrambe avvenimenti legati alla nostra patrona, Maria SS. di Corsignano, e si sviluppa secondo la sequenzialità degli eventi storico-religiosi e di quelli tramandati dalla tradizione orale.
Nella prima parte, ambientata in epoca medioevale, viene raffigurata la leggenda secondo cui, nel lontano 1187, un crociato francese di nome Gereteo Alesboysne, tornando dall’Oriente, donò alla chiesetta del casale di Corsignano un’immagine della Madonna che aveva preso da un tempio di Edessa. Accanto a Gereteo sfilano i crociati e il parroco del casale di Corsignano, don Erasmo Fanelli.
Nei primi mesi del 1188 ci fu un lungo periodo di carestia e di siccità, raffigurato dalla stuoia con l’erba secca. In tale circostanza il popolo affidò le sue speranze e le sue preghiere alla Vergine Maria e, penitenzialmente, portò in processione la sacra icona. Si unirono i nobili con umili sai e con le proprie insegne: si riconoscono i blasoni delle famiglie Brayda, Chiurlia, De Risis, Framarino, Lupis, Sagarriga, Saraceno, Sasso, Vernice, Volpicella e Zurlo.
Era l’8 maggio 1188 e il miracolo avvenne: una pioggia torrenziale cadde copiosa a ciel sereno, ponendo fine alle sofferenze dei giovinazzesi. Le ancelle con la stuoia di prato verde testimoniano tale evento.
Da allora il popolo chiamò la Vergine “Madonna dell’acqua” e in quell’umile luogo di culto, sperduto tra gli ulivi, l’Icona si rivelò fonte di grazie e di eventi miracolosi.
Nel 1388, secondo lo storico G. De Ninno, il Vescovo Nicola proclamò la Madonna di Corsignano protettrice di Giovinazzo.
Nella seconda parte del Corteo, ambientata nell’epoca della dominazione spagnola, nel periodo compreso tra il 1677 e il 1731, si stabilì che la miracolosa icona fosse definitivamente traslata dal lontano casale di Corsignano alla Cattedrale.
Tale decisione era motivata delle precarie condizioni di sicurezza della campagna e dalla ferma volontà del popolo che voleva l’icona della sua protettrice solennemente collocata sull’altare maggiore della Cattedrale. Fu probabilmente il Vescovo Agnello Alfieri o uno dei suoi successori che decretò tale avvenimento.
Il Corteo prosegue con le ancelle e con gli araldi che, con argentee chiarine e rullare di tamburi, annunciano alla cittadinanza il festoso evento. Seguono i dignitari e, a cavallo, l’alfiere con il gonfalone dell’antica città di Giovinazzo; subito dopo il capitano, il protontino e il governatore, scortati dagli alabardieri.
Indi avanzano le congregazioni religiose con i rispettivi gonfaloni: giallo per la Purificazione, azzurro per la Madonna di Costantinopoli, verde per la Madonna degli Angeli, marrone per Maria SS. del Carmine, rosso per la Trinità, bianco-nero per la Vergine del Rosario, giallo-oro per S. Michele, bianco-avorio per il Santissimo e infine la bandiera del Vescovo Agnello Alfieri.
Segue poi Monsignor Agnello Alfieri, Vescovo di Giovinazzo, che precede il quadro della Madonna di Corsignano, in cornice argentata secentesca, portata dai rappresentanti del popolo. Dopo sfilano le ancelle col paliotto, i nobili e le dame, le guardie, il Duca feudatario Niccolò Giudice, figlio di Domenico, Principe di Cellammare, e la Duchessa Costanza Pappacoda, seguiti dalle coppie di dame e cavalieri.
Dietro alla coppia ducale si allineano i soldati con le spade, gli stendardi, i balestrieri, gli armigeri, i lancieri e i tedofori.
Il Corteo viene preceduto e concluso da gruppi di sbandieratori e musici che allietano la manifestazione con le loro esibizioni.
La rappresentazione storico-religiosa del Corteo testimonia che il popolo di Giovinazzo alle avversità della vita contrappone la forza della fede e al cielo rivolge la sua umile ed accorata preghiera:
“Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberarci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Così sia.