
C’era una volta LA TOMBOLA… il gioco di Natale
Quando si dice che a Natale si respira un’aria “diversa” non è un luogo comune.
L’allegria negli occhi dei bambini, la semplicità di un sorriso spontaneo di un passante o la città addobbata con mille luci.
Basta questo per dire che è già Natale.
E’ innegabile quindi, definirlo un periodo particolare che da una carica diversa alla vita di tutti i giorni dell’anno. Un periodo dell’anno in cui si ha il piacere di rispolverare e compiere gesti antichi e rituali che sembrano rimanere immobili nel tempo.
Il presepe, l’albero, i regali, le luminarie, i cenoni, sono tutto questo.
Anche se siamo nell’epoca dei tablet e degli smartphone, il Natale è da sempre sinonimo di tradizione piuttosto che di innovazione. Ecco che durante questa festività si torna un po’ indietro nel tempo e si riscopre un gioco antico e semplice: la tombola.
La tradizione che lega il Natale alla tombola è di lunga data, essendo un classico “gioco d’azzardo” non si vince per l’abilità del giocatore ma per la sola fortuna della estrazione dei numeri, con questa “abilità” possono giocare anche i bambini che in altri giochi sarebbero esclusi.
Anni fa, a Bari, con i “nostri nonni” durante il gioco si mangiavano “i mandarini o i clementini” la loro “buccia” strappatta in pezzetti serviva a coprire i numeri sulle cartelle, o magari posizionata sul termosifone o la stufa per far evaporare l’odore di arancia in tutta la casa.
Durante il gioco si estraevano i numeri, in genere accompagnati da commenti in rima e filastrocche in modo da mettere brio e freschezza alla ripetitività del gioco. L’annuncio generalmente include va anche citazioni derivanti dallla tradizionale smorfia napoletana, la stessa che anima le allegorie del piu’ famoso gioco del lotto.
Per cui ecco che che la Paura faceva 90, il Natale 25, il morto che parla il 48 e il numero 77 le gambe delle donne, che tanto divertiva i piu’ piccini.
Oggi tutto (o quasi) avviene allo stesso modo. Forse non c’è piu’ la stufa con la bombola del gas ma il rituale è lo stesso. Anzi a Bari, le allegorie, legate ai numeri estratti, non vengono ricondotte solo alla smorfia napoletana ma anche alle nostre piu’ antiche tradizioni e personaggi della storia locale.
Che Natale sarebbe senza l’ambo, il terno, la quaterna o la cinquina?
Noi di caminvattin.it vi auguriamo tanta fortuna a Tombola… e nella vita!!
(fonte testo www.ilovemolfetta.it)